Carl Andre

17/09/2011 – 08/01/2012

Padre fondatore della Minimal Art, leggenda vivente, con le sue opere radicali Carl Andre ha rivoluzionato il concetto di scultura e influito fortemente sullo sviluppo dell’arte del XX secolo. Più di venti sculture, opere di medie e piccole dimensioni dalla fine degli anni Cinquanta ad oggi provenienti da collezioni pubbliche e private vengono presentate al piano terra e al quarto piano di Museion.
Tra le famose installazioni di grande formato anche Wirbelsäule (colonna vertebrale) opera realizzata nel 1984 a Basilea, raramente esposta, presentata nello spazio pubblico davanti al museo. “Usare i materiali come tagli inferti allo spazio piuttosto che tagliare nello spazio i materiali” – la frase dell’artista riassume la svolta compiuta nel 1959, quando Andre smette di scolpire e rivoluziona così il concetto di scultura stessa. L’artista respinge l’idea di dover sgrossare e modellare, unire le singole componenti di un’opera incollando o saldando; le sue sculture sono forme semplici, ottenute dall’accostamento di unità geometriche elementari.

I materiali vengono utilizzati senza manipolazioni, hanno le dimensioni e qualità previste dall’industria o artigianato – acciaio, rame o alluminio, pietra arenaria calcarea, gasbeton o grafite. Un’immanente materialità caratterizza le sue opere, che non hanno alcun intento narrativo o allusivo, ma dichiarano semplicemente se stesse come oggetti, per un’arte come fatto fisico, che non pretende di essere altro.
“Dalla scultura come forma alla scultura come struttura per approdare alla scultura come luogo”: è entrata ormai nei manuali di storia dell’arte la descrizione che l’artista ha fornito sull’evoluzione del proprio lavoro. Le sculture di Carl Andre non sono un oggetto da contemplare, ma un luogo in cui stare, muoversi e fare esperienza, in una relazione di contatto fisico. È un’arte che non colpisce e può passare inosservata, pur intrattenendo una relazione fondamentale con l’ambiente in cui si trova.

 

Immagini

una collaborazione tra il Museum Kurhaus Kleve e Museion, Bolzano
A cura di Roland Mönig e Letizia Ragaglia

Pubblicazioni
Carl Andre, 2011