Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce, Maurizio Ferraris

Quali sono le “tracce” di cui parla Maurizio Ferraris in questo suo importante libro? Perché la nostra realtà è necessariamente affollata di oggetti sociali quali soldi, opere d’arte, scontrini, matrimoni, tribunali, codici fiscali?  Su questi temi centrali della filosofia del Novecento l’autore sviluppa le sue tesi sottolineando che “possiamo immaginare una realtà priva di tantissime cose, ma non di memoria e registrazioni, poiché ogni ruolo e ogni accordo poggia sulla memoria, e ogni comportamento sulla imitazione: e questo spiega il motivo per cui gli archivi e i documenti sono così centrali nella vita delle persone e delle società. Questa considerazione, valida per ogni epoca, acquista maggiore evidenza di fronte ai fenomeni macroscopici degli ultimi trent’anni, caratterizzati da una esplosione dei sistemi di registrazione e di scrittura, dai computer ai telefonini al web, che da una parte hanno radicalmente trasformato il nostro modo di vivere e di lavorare, e dall’altra hanno contribuito a rivelare l’essenza della realtà sociale, il fatto cioè di basarsi in modo non accidentale, ma essenziale, su iscrizioni e registrazioni.”. (Maurizio Ferraris, Documentalità: Perché è necessario lasciar tracce, Laterza, 2009, p. XIV)

Maurizio Ferraris è uno dei più importanti filosofi italiani. Professore di Filosofia teoretica presso l’Università di Torino, dirige il LabOnt (“Laboratorio di Ontologia”) e collabora con le pagine culturali de “la Repubblica”.  Ha scritto più di sessanta libri, molti dei quali tradotti in varie lingue.

 

Maurizio Ferraris
Documentalità: Perché è necessario lasciar tracce
Milano: Editori Laterza, 2009
Edizione in lingua italiana
ISBN: 9788842091066
430 pagine