Sette modi di dimenticare, Aleida Assmann

In questo saggio Aleida Assmann dimostra come operazioni apparentemente antitetiche, quali il ricordare e il dimenticare, siano invece complementari e utili nella memoria collettiva. Tra i tanti modi di dimenticare l’autrice ne censisce sette, avvalendosi di esempi tratti da diversi autori e autrici? quali Freud, Nietzsche, Eco, Brecht, in un percorso fortemente interdisciplinare.
La traccia, quale eredità del passato, è un tema ricorrente e simbolico e “la cancellazione di tracce è perciò il modo più radicale per spezzare definitivamente il legame tra presente e passato”. (p. 23). Come monito sul “dimenticare repressivo” asservito al consolidamento del potere, l’autrice cita il celebre romanzo 1984 di Orwell, dove all’inizio del romanzo il protagonista è un archivista incaricato di distruggere le tracce e riscrivere la storia.
Per proteggere invece le tracce e le testimonianze del passato, esiste anche un “dimenticare conservativo” che grazie ad archivi, biblioteche, musei, custodisce materiali umili e oggetti del quotidiano. L’autrice individua inoltre nel dimenticare anche un aspetto “terapeutico” e uno “costruttivo”: “da dove, se non dall’oblio, avrebbe potuto prendere la forza e il coraggio di affrontare più e più volte le avversità l’uomo piegato da delusioni, sventure e sofferenze? A questa capacità di tener duro noi oggi diamo il nome di resilienza”. (p. 88) Infine, una sintesi efficace di questa riflessione sta nella citazione di una frase di Honoré de Balzac che chiude così il libro: “I ricordi rendono la vita più bella, dimenticare la rende più sopportabile”. (p.105)

Aleida Assmann
Sette modi di dimenticare
Traduzione di Tommaso Cavallo
Bologna: Il Mulino, 2019
Titolo originale: Formen des Vergessens
ISBN: 9788815283665
108 pagine