Queer technologies: biopolitics, emancipation and world-making
João Florêncio in conversazione con Shu Lea Cheang e Mary Maggic
18 novembre dalle ore 18.30 alle ore 20
In lingua inglese
Entrata gratuita
anche in streaming sul canale YouTube di Museion
In questa conversazione, João Florêncio (teorico culturale), Shu Lea Cheang (artista) e Mary Maggic (artista) attingeranno dai propri lavori per riflettere sulla biopolitica delle tecnologie biomediche e sul modo in cui è possibile appropriarsene e utilizzarle in progetti di emancipazione politica per la creazione di un mondo più femminista e queer.
João Florêncio è docente senior di Storia dell’arte moderna e contemporanea e di Cultura visiva presso l’Università di Exeter, Regno Unito. Teorico culturale queer del corpo, della sessualità e delle loro culture visive, la sua ricerca esplora le modalità con le quali il corpo che desidera è stato prodotto, controllato, mediato e contestato come luogo di creazione del mondo nelle culture moderne e contemporanee. Il lavoro di João è apparso su riviste come Porn Studies, Sexualities, Performance Research, Performance Philosophy, Somatechnics e Radical History Review, oltre che in varie raccolte editoriali. È autore di Bareback Porn, Porous Masculinities, Queer Futures: The Ethics of Becoming-Pig (Routledge, 2020)
Shu Lea Cheang è un’artista e regista il cui lavoro mira a una revisione dei generi, delle strutture operative e dei sistemi. Le sue pratiche di hacking di genere sfidano i meccanismi operativi esistenti e i confini imposti dalla società, dalla geografia, dalla politica e dalle strutture economiche. Come pioniera della net art, il suo BRANDON (1998-1999) è stato il primo lavoro di web art commissionato e collezionato dal Museo Solomon R. Guggenheim di New York. I suoi lungometraggi, FRESH KILL (1994), I.K.U. (2000) e FLUIDø (2017), definiti rispettivamente ecocybernoia, sci-fi cyberpunk e sci-fi cypherpunk, cercano di definire un nuovo cinema fantascientifico queer. Dall’occupazione del cyberspazio negli anni ’90 al suo attuale ritiro nella zona BioNet post-netcrash, Cheang affronta l’amore virale e il bio-hack nel ciclo di opere in corso. Cheang è attualmente al lavoro su UKI, un film di alt-realtà sci-fi virale.
Mary Maggic è un’artista e ricercatrice non-binaria che lavora in quell’indefinita intersezione tra politiche del corpo e di genere, e alienazioni ecologiche capitaliste. Dal 2015, Maggic utilizza spesso il biohacking come metodologia xeno-femminista e pratica collettiva di cura allo scopo di demistificare i confini invisibili del biopotere molecolare. Dopo aver completato il master al MIT Media Lab (Design Fiction) nel 2017, il suo progetto Open Source Estrogen è stato premiato con una menzione d’onore al Prix Ars Electronica in Hybrid Arts, e nel 2019 ha completato una residenza Fulbright di 10 mesi a Yogyakarta, in Indonesia, indagando la relazione tra misticismo giavanese e crisi dell’inquinamento da plastica. Maggic ha ottenuto la Knight Arts + Tech Fellowship del 2022 ed è attualmente membro della rete online Hackteria: Open Source Biological Art, del collettivo teatrale laboratoriale Aliens in Green, del collettivo femminista asiatico Mai Ling, nonché collaboratrice del progetto radicale Pirate Care Syllabus e delle collezioni del CyberFeminism Index.