Bulletin #11

Proposte di lettura per Natale: storie appassionate di collezionisti tormentati

Di Alessandra Riggione, Museion Biblioteca e Letizia Basso, Museion Bookshop
Copertina Il museo dell’innocenza, Orhan Pamuk, ed. Einaudi. Foto in copertina Ahmet Isikci 

La figura del collezionista, con le sue passioni e paranoie, è al centro delle letture che vi proponiamo per il prossimo Natale. Questa selezione si ispira infatti alla mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi, in corso a Museion, che presenta al pubblico oltre cento opere provenienti da una straordinaria collezione privata. Buona lettura!

“A furia di circondarvi di cose, amandole, collezionandole, vi ci siete a poco a poco trasferito, regalando loro quote sempre più consistenti della vostra personalità”. È un coinvolgimento emotivo profondo quello che il protagonista del romanzo Locus desperatus, di Michele Mari, prova per le sue raccolte di oggetti vari, libri e feticci. Un attaccamento viscerale e beato fino a quando il collezionista e le sue cose, scelte e organizzate con cura nel corso di una vita, sono minacciati da loschi figuri che impongono loro un imminente trasloco. Al pensiero di subire un tale affronto gli oggetti si animano, si ribellano al loro destino, coinvolgendo in questa lotta il proprio padrone.

Michele Mari, scrittore, traduttore e poeta, è figlio di Iela ed Enzo Mari, il celebre designer di cui Museion espone alcune importanti opere all’interno della mostra sulla Collezione Righi.

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Il secondo libro che vi proponiamo è il romanzo “Il museo dell’innocenza” dello scrittore turco Orhan Pamuk. La storia narra di Kemal, giovane di una ricca famiglia di Istanbul, che si innamora perdutamente della bellissima Füsun, una sua lontana cugina. Fra i due ha inizio una travagliata storia d’amore che scatena l’ossessione del protagonista a collezionare centinaia di oggetti che gli ricordano l’amata, ciò che lei aveva annusato, toccato o anche solo guardato: cagnolini di porcellana, specchi, fazzolettini, righelli, orecchini, pettini, forcine per capelli, fotografie, mozziconi di sigaretta. “Questo desiderio di portare alla luce un mondo altrimenti nascosto, sepolto, nacque in me pochi mesi dopo essere stato dimesso dall’ospedale, quando andavo a Palazzo della Pietà, mi sedevo sul letto dove avevo fatto l’amore con Füsun e, fumando, guardavo gli oggetti intorno a me. Avevo la sensazione che avrei potuto alleviare la mia pena solo raccontando la mia storia. E per fare questo avrei dovuto cominciare a creare, assemblare e sistematizzare la mia collezione”. Tutti gli oggetti descritti nel romanzo sono stati realmente collezionati da Pamuk ed esposti nel Museo dell’Innocenza, un vero museo realizzato nei pressi del centro di Istanbul e aperto al pubblico nel 2012.

Orhan Pamuk, Il museo dell’innocenza, Torino, Einaudi, 2008 (ristampa 2013)

Il terzo racconto che presentiamo è di Bruce Chatwin, scrittore e viaggiatore britannico, che narra le vicende di un ricco praghese di nome Kaspar Utz. Egli colleziona con autentica passione le porcellane di Meissen suggerendoci che: “Un oggetto chiuso nella teca di un museo deve patire l’innaturale esistenza di un animale in uno zoo. In ogni museo l’oggetto muore – di soffocamento e degli sguardi del pubblico –, mentre il possesso privato conferisce al proprietario il diritto e il bisogno di toccare. Come un bimbo allunga la mano per toccare ciò di cui pronuncia il nome, così il collezionista appassionato restituisce all’oggetto, gli occhi in armonia con la mano, il tocco vivificante del suo artefice” Utz dedica quindi tutta la sua vita ad ampliare e proteggere le sue porcellane sia durante il regime nazista, che negli anni dell’invasione sovietica: nel suo bilocale a Praga stipa in bell’ordine oltre mille pezzi tra piatti, vasi, bricchi e boccali, personaggi carnevaleschi, damine di corte e una schiera di statuette di animali di tutte le specie. Alla sua morte però tutto sembra sparito nel nulla: saranno stati gli arcigni funzionari statali o sarà stato il collezionista stesso a ridurre in briciole e a gettare nella discarica le sue preziose porcellane per sottrarle a mani indegne?

Bruce Chatwin, Utz, Milano, Adelphi, 1989 (ristampa 2003)

La mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi è visitabile a Museion fino al 02.03.2025. Orari di apertura mar-dom 10 – 18, gio 10 – 22 (ingresso gratuito dalle ore 18)

Il progetto espositivo presenta un’ampia gamma di opere d’arte, progetti architettonici e libri d’artista di rinomati artisti e artiste internazionali; le opere selezionate incoraggiano spettatori e spettatrici a riflettere sugli spazi di transizione dell’esistenza contemporanea, dove le tensioni socio-politiche si intrecciano con l’espressione artistica.

Bulletin 2024

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