Bulletin #13

La costruzione di un mondo basato su un paradosso

 

Campomarzio e l’allestimento della mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS

Pietro Ambrosini
#Architecture
Disegno preparatorio della mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi Courtesy: ©Campomarzio

“Come in ogni cosa, nell’allestimento di una mostra il lavoro consiste principalmente nel porsi molte domande, cercare riferimenti anche molto disparati e mettere in discussione le proprie certezze e i propri punti di vista”. Così ci ha risposto Pietro Ambrosini del collettivo Campomarzio, che ha progettato l’allestimento della mostra sulla Collezione Righi, quando gli abbiamo chiesto parlarci del suo lavoro. L’allestimento di una mostra non è, infatti, solo la struttura fisica che accompagna la presentazione delle opere nel percorso espositivo, ma è frutto di un intenso dialogo interdisciplinare tra architettura, arte e design, con le tematiche della mostra stessa; ogni scelta raggiunta in questa fase, può avere una profonda influenza sul modo in cui una mostra viene percepita, vissuta e capita dal pubblico. In questo numero di Museion Bulletin sveliamo alcuni aspetti di questo lavoro attraverso dei materiali inediti, i bozzetti per l’allestimento della mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi, accompagnati da alcune annotazioni del collettivo Campomarzio.

Disegno preparatorio della mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi Courtesy: ©Campomarzio

Un allestimento è spesso la costruzione di un mondo basato su un paradosso, poiché il progetto è visibile e invisibile allo stesso tempo; è una sottostruttura semi-nascosta, che produce domande più che dare soluzioni, un palinsesto con le sue logiche e i suoi accorgimenti e tranelli. Suggerisce più che chiarire, sottolinea qualcosa o nasconde qualcos’altro e alle volte si disvela, e se ne riesce a scoprire la trama.

L’allestimento così inteso è il risultato di un processo collettivo multidisciplinare frutto di innumerevoli diramazioni. Il dialogo con le curatrici e i curatori è fondamentale, perché sono loro che tracciano il collegamento tra le opere d’arte, lo spazio espositivo e i nodi di significato che sostengono la mostra. E di cui l’allestimento è al servizio, agendo a livello più nascosto. Mantenere l’equilibrio in tutto questo è spesso difficile: alle volte si riesce, alle volte no. Alle volte non si fa nulla e si lascia parlare le opere, alle volte si prendono strade più radicali in cui il linguaggio dell’allestimento si impone, piegando lo spazio o creando dei momenti di risonanza.

Disegno preparatorio della mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi Courtesy: ©Campomarzio

L’allestimento per la mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS è stato davvero il frutto di un lavoro collettivo molto lungo e delicato, in cui la potenza straordinaria delle opere, la loro quantità e densità rischiavano di mettere in crisi questo delicato equilibrio. Il percorso di visita doveva essere percepito non semplicemente come una visita a una mostra, ma come un viaggio intimo e personale.

Proprio per questo si è lavorato con il disegno a mano preparando numerosi schizzi e bozzetti, per avere una visione veloce e “fresca” del funzionamento del display, quasi in tempo reale, per verificare le scelte che via via venivano prese. Tutto poi è stato ridisegnato in scala per avere un ulteriore controllo sulle dimensioni e i rapporti degli spazi, sui vuoti e sui pieni, e modificato nuovamente, in un processo iterativo il cui risultato è la mostra realizzata e al cui interno si “nascondono” quasi 14 mostre diverse.

AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi. Philippe Parreno, Speech Bubbles (silver), 2009, exhibition view Museion 2024. Photo: Luca Guadagnini

Una cosa in particolare è sempre rimasta nelle varie revisioni con poche modifiche, ed è proprio il portale di ingresso. Abbiamo sempre pensato con tutto il gruppo che fosse necessaria una soglia, un bordo simbolico e fisico da attraversare, che avrebbe creato un momento di pausa e di ingresso all’interno del “mondo” della mostra.

Il portale doveva essere un oggetto puro, quasi archetipico, massiccio come una struttura archeologica, ma allo stesso tempo immateriale e fragile come un miraggio. Un’infrastruttura che “rompesse” la logica istituzionale creando un limite ibrido tra il dentro e il fuori, coerente con il luogo che lo ospitava e con l’idea che un museo sia uno spazio complesso di interazione e relazioni. Doveva sottolineare, infine, uno dei temi centrali di tutta la mostra ovvero il corpo, che cosa sia quel qualcosa che chiamiamo corpo, quale sia il suo limite e il rapporto che abbiamo con esso, come lo abitiamo e come questo abita lo spazio.

È stato in un certo senso naturale immaginarlo come un oggetto riflettente, quasi edonista – un riferimento piuttosto sfacciato al Monumento Continuo di Superstudio – in cui la superficie specchiata sarebbe entrata in risonanza con l’incredibile lavoro di Philippe Parreno - moltiplicato all’infinito - e con il pubblico, che nel gesto di attraversarlo si sarebbe guardato, interrogato e forse riconosciuto.

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La mostra AMONG THE INVISIBLE JOINS Opere dalla Collezione Enea Righi è visitabile a Museion fino al 02.03.2025. Orari di apertura mar-dom 10 – 18, gio 10 – 22 (ingresso gratuito dalle ore 18)

Il progetto espositivo presenta un’ampia gamma di opere d’arte, progetti architettonici e libri d’artista di rinomati artisti e artiste internazionali; le opere selezionate incoraggiano spettatori e spettatrici a riflettere sugli spazi di transizione dell’esistenza contemporanea, dove le tensioni socio-politiche si intrecciano con l’espressione artistica.

Bulletin 2025