Nel 1973 Ugo Carrega organizzò al Centro Tool a Milano Cards from the world, di fatto la prima mostra di Mail art (Arte postale) tenutasi in Italia. Le cartoline che fecero parte di quel pionieristico progetto espositivo sono ora esposte a Museion Passage nella mostra Poetry in the box. In questo contributo del Museion Bulletin, Duccio Dogheria (curatore e ricercatore dell’Archivio del ’900 del Mart di Rovereto) ripercorre quella che fu una straordinaria avventura nel segno della ricerca tra parola e immagine.
Ugo Carrega (1935-2014), artista al centro della mostra Poetry in the box non è stato solo uno dei principali protagonisti delle ricerche tra parola e immagine in Italia, ma anche poeta, traduttore, fautore di libri d’artista e riviste sperimentali, nonché promotore a Milano di diversi artist-run spaces, spazi a metà strada tra la galleria e il laboratorio artistico-creativo. Al primo di questi, il Centro Suolo (1969-1970), sono seguiti il Centro Tool (1971-1973), il Mercato del Sale (1974-1991) ed Euforia costante (1993; 1996).
Se il Mercato del Sale ha rappresentato l’esperienza più prolifica, con oltre 200 mostre all’attivo, il Centro Tool è stato indubbiamente lo spazio più sperimentale. Oltre ad ospitare per la prima volta in Italia gruppi artistici d’avanguardia, come i poeti signalisti jugoslavi, il gruppo giapponese Vou o la prima mostra di artiste verbo-visive internazionali, nello spazio di via Borgonuovo 20 si sono tenuti eventi espositivi a dir poco bizzarri, come Opus demercificandi, in cui chi visitava la mostra semplicemente compilando un formulario, poteva portarsi a casa le opere esposte, tra le quali c’erano lavori di Dadamaino, Mirella Bentivoglio, Maurizio Nannucci e Ben Vautier. Di particolare interesse anche le tre mostre organizzate da Carrega nel giugno del 1973, a chiusura dello spazio, per coinvolgere in modo informale tutti gli artisti che a vario titolo avevano partecipato alle sue attività: Cards from the world (cartoline d’artista), Bodies (frammenti di corpo d’artista), Moments (dichiarazioni d’artista). Con queste parole Carrega introduce le tre mostre estemporanee: “Desideravamo fare una sorta di festa/consuntivo del Centro Tool invitando tutti coloro che in un modo o nell’altro hanno avuto contatto con il Centro, ma per ovvie ragioni economiche non è stato possibile. Ma se gli operatori non possono venire, possono mandare una loro presenza”. Così, di fatto, tutti i lavori giunsero per posta.
Il primo di questi eventi, Cards from the world, fu la prima mostra di Mail art tenutasi in Italia, come confermatoci da Vittore Baroni, uno dei massimi esperti in materia. La Mail art, o Arte postale, non è altro che il libero e gratuito scambio di opere d’arte attraverso il mezzo postale, dove l’artista interviene sull’idea stessa di corrispondenza (cartolina d’artista, come in questo caso, o interventi artistici sulle buste), talvolta scardinando l’ufficialità del sistema postale, tramite timbri e francobolli d’artista. Una pratica creativa orizzontale, svincolata dal mercato, che opera attraverso un sistema di networking: solitamente un artista promotore – in questo caso Carrega – lancia una call attraverso la propria rete di contatti (nello specifico le figure che avevano esposto al Centro Tool), promuovendo un determinato evento, ovvero la mostra conclusiva, indicando un tema sul quale intervenire (la cartolina d’artista) e una scadenza entro la quale inviare le opere.
La novantina di artisti e artiste che aderirono con uno o più invii, per un totale di 165 cartoline d’artista, ben evidenziano tramite le loro opere – realizzate con una grande varietà di tecniche – le strette connessioni tra Mail art e ricerche verbo-visuali. Tra i creativi coinvolti, troviamo da una parte alcuni nomi di punta dell’Arte postale mondiale, come Guglielmo Achille Cavellini, David Zack (cartolina trasparente), Monte Cazazza (cartolina con autoritratto fotografico), Amelia Etlinger (cartolina tempestata di filamenti e paillettes) o Robin Crozier (esemplare dipinto a mano); dall’altra numerosi protagonisti delle ricerche verbo-visuali internazionali, come lo stesso Carrega, Ketty La Rocca (collage), Eugenio Miccini, Luciano Caruso (collage e interventi manuali), Ewa Partum, Mirella Bentivoglio (due cartoline con collage e interventi manuali), Luciano Ori, Giulia Niccolai (ricamo su cartoncino), Herman Damen e Adriano Spatola (cartolina traforata). Accanto a questi nomi presero parte all’evento anche alcuni artisti Fluxus, come Ben Vautier e Wolf Vostell, e figure eclettiche come Pablo Echaurren (che incolla il recto di due cartoline commerciali, in modo da poter spedire la cartolina-oggetto a due distinti destinatari), Ugo La Pietra e Bruno Munari, che, partendo da una cartolina-ritratto della Regina Elisabetta, ne cancella il volto con un cartoncino nero.
Il particolarissimo allestimento della mostra, progettato per l’occasione dallo stesso Carrega, guardava allo spirito orizzontale della Mail art ed era volto a mettere direttamente in contatto il pubblico con le opere, senza alcuna barriera di separazione. Anzi, il pubblico era di fatto obbligato ad “attraversare” le opere col proprio corpo, mettendole in movimento: ogni singola cartolina d’artista era stata infatti forata ed appesa al soffitto tramite un filo di nylon di lunghezza diversa, creando una visione che non occupava le pareti della galleria, ma ne conquistava tutto lo spazio fisico.
L’intera mostra di cartoline è conservata nella sua scatola originale all’Archivio del ’900, il centro di ricerca del Mart di Rovereto, nel fondo Fraccaro-Carrega. Gli fanno compagnia altre due scatole contenenti le restanti due mostre progettate da Carrega a chiusura del Centro Tool.
Poetry in the Box
La mostra Poetry in the Box, a cura di Frida Carazzato, curatrice scientifica di Museion, e Duccio Dogheria, curatore e ricercatore dell’Archivio del ’900 del Mart di Rovereto, racconta la ventennale connessione esistente tra Mart e Museion, che condividono la straordinaria raccolta dell’Archivio di Nuova Scrittura, donata alle due istituzioni museali da Paolo Della Grazia nel 2020 e di cui Ugo Carrega è figura fondamentale. In particolare, l’esposizione ruota intorno al concetto della scatola – a volte opera d’arte in sé, a volte contenitore dei lavori di Carrega – e rende omaggio alla storia del Mercato del Sale di cui l’artista è stato curatore e direttore. Tra il 1974 e il 1989 questo artist-run space milanese ha visto gravitare intorno a sé innumerevoli artiste e artisti legati alla poesia visiva, che sono parte della mostra.
Fino al 01.09.2024