A un anno dalla prematura scomparsa di Sven Sachsalber (Silandro, 08.05.1987 – Vienna, 12.12.2020), Museion ricorda l’artista altoatesino con l’esposizione dell’installazione “Hands” dalla Collezione e annuncia un ambizioso progetto di ricerca sull’intera opera dell’artista svolto in stretta collaborazione con la famiglia. Il progetto, sostenuto dalla Provincia Autonoma di Bolzano, prenderà avvio all’inizio del 2022, mentre l’opera “Hands” sarà visibile nel foyer del museo dal 10 dicembre prossimo al 9 gennaio 2022. Nato a Silandro e cresciuto in Alto Adige, Sachsalber ha saputo affermarsi sulla scena dell’arte internazionale attraverso video, progetti di libri e dipinti, ma soprattutto con le sue celebri performance sottilmente poetiche e vicine all’assurdo.
Il progetto di ricerca
Consapevole della rilevanza a livello locale e internazionale dell’artista, Museion inizierà quindi un vasto progetto per ricercare, conservare e valorizzare la sua creazione. In una prima fase il progetto ricostruirà il lavoro di Sachsalber attraverso la mappatura e catalogazione scientifica delle sue opere soprattutto in Alto Adige, nonché attraverso la fitta rete di contatti locali, nazionali e internazionali che hanno caratterizzato e reso peculiare il suo percorso. Per questo importante lavoro, ogni collaborazione e aiuto di chi ha conosciuto l’artista e ne possiede una sua opera o del materiale documentario è prezioso: in questo senso, Museion lancia un appello e prega di mettersi in contatto con la responsabile della Collezione Elena Bini scrivendo a collection@museion.it
L’opera “Hands” al foyer
L’opera “Hands” (mani), presentata nel foyer del museo e proveniente dalla Collezione Museion, è frutto di un’azione performativa, messa in atto da Sven Sachsalber alla galleria White Columns di New York City. Per tutta la durata della mostra, dal sei al 30 novembre 2015, l’artista e il padre Markus Licata avevano messo insieme i pezzi di un enorme puzzle del noto affresco di Michelangelo la “Creazione di Adamo” dipinta per la Cappella sistina a Roma. Il pubblico poteva assistere al meticoloso lavoro di padre e figlio, che continuavano nell’impresa anche negli orari di chiusura dello spazio espositivo. Il puzzle, rimasto incompiuto, era composto da 13200 pezzi. Un lavoro a quattro mani, che ripeteva l’iconico gesto creativo divino dipinto da Michelangelo – l’artista poneva così l’attenzione sia sulla relazione peculiare tra padre e figlio sia sulla sua universalità.
La relazione con il padre era tema centrale della personale di Sachsalber a Museion nel 2014, anche questa intitolata “Hands”. Elementi come la ripetizione ossessiva, il riferimento alla storia dell’arte e il costante rapporto con la storia personale sono tipici dell’opera di Sachsalber, in cui l’aspetto scultoreo e performativo risultano particolarmente caratterizzanti nel suo percorso. L’aspetto del tempo, della resistenza fisica e del dare corpo all’assurdo emergono anche in molte altre sue performance – tra quelle più celebri ricordiamo “trovare un ago in un pagliaio”, messa in atto nel 2014 al Palais de Tokyo, in cui l’artista doveva letteralmente trovare un ago tra cumuli di paglia in 48 ore o “Curon”, nel 2012, in cui Sachsalber ha circumnavigato per 24 ore a remi, con la sola forza delle braccia, il campanile del lago di Resia in Alto Adige.