L’artista Irma Blank, nata a Celle e giunta in Italia negli anni Sessanta, è morta pochi giorni fa all’età di 89 anni. Per decenni Blank ha portato avanti il suo lavoro sostanzialmente silenzioso ai margini, piuttosto che al centro del mondo dell’arte italiano. Solo negli ultimi dieci anni l’artista ha conosciuto una radicale rivalutazione del suo lavoro: in questo si può vedere una tragedia o un trionfo, dove la perseveranza in un percorso faticoso e avvincente porta alla fine al meritato riconoscimento.
Nel 1999 una ventina di opere di Irma Blank sono arrivate a Museion grazie alla collezione Archivio di Nuova Scrittura (ANS) del collezionista Paolo Della Grazia. Nell’ANS, l’artista si colloca nel contesto delle opere di letteratura concreta e visiva degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta. L’opera di Blank nasce alla fine degli anni Sessanta con gli Eigenschriften - che potremmo tradurre come “scritture del sé”- ossia fogli di formato prevalentemente verticale con linee orizzontali scritte a mano. Le costanti del lavoro di Blank sono infatti l’orientamento verso la scrittura a mano e l’orizzontalità, la coerente rinuncia alla leggibilità o alla dimensione semantica del linguaggio e l’esecuzione manuale che opera con infinita ripetizione, dove il blu in varie tonalità è il colore dominante. A partire dalla fine degli anni Ottanta, i Radical Writings di Blank combinano scrittura e pittura: la penna, che riempie riga dopo riga di segni scritti, è ora sostituita da una striscia pittorica disegnata con un pennello a rappresentare una linea. Con queste strisce l’autrice porta quindi la scrittura alla sua estrema astrazione.
Il fatto che nelle sue opere si riconoscano diversi modelli testuali - giornali, libri di poesia, codici legali, ecc - è un ultimo residuo di contenuto. È notevole che l’artista utilizzi ripetutamente, nei titoli delle sue opere o nelle sue pubblicazioni, citazioni di pensieri e poeti a cui si sente vicina. In queste citazioni, che provengono dall’esterno, il rifiuto della semantica nelle immagini è giustificato poeticamente o filosoficamente.
La scrittura senza parole, praticata per ore, giorni, settimane, mesi, anni, infine per oltre cinque decenni, è un ritiro continuo, una forma di meditazione guidata manualmente per tutta la vita. Sebbene questa pratica produca chiaramente immagini che devono essere classificate come arte, è anche chiaro che qui ci muoviamo in una terra di confine dell’arte che tocca pratiche che possono essere descritte come religiose. Il fatto che nei Radical Writings ogni riga sia accompagnata da un respiro, dimostra la dimensione esistenziale dei dipinti di Blank. Nel suo radicalismo artistico ed esistenziale, Irma Blank è paragonabile soprattutto a Roman Opalka e Hanne Darboven, che si sono imposti allo stesso modo ritiri di scrittura interminabili e privi di contenuto.
Quando Irma Blank è venuta a Museion nel 2017 per la presentazione delle sue opere, era già seduta su una sedia a rotelle. Poco prima aveva pubblicato un volume di disegni con la sua galleria, eseguiti con la mano sinistra a causa di un ictus. Semplici linee orizzontali che rappresentano lo stile di scrittura occidentale da sinistra a destra e dall’alto verso il basso, in modo elementare. Le linee sono tremolanti, ma rappresentano senza dubbio una diretta continuazione del suo lavoro, che altrimenti mirava alla massima precisione. Questi segni tremolanti possono essere poeticamente letti come la prova di una vittoria dello spirito sulla malattia e sulla materia.
- Andreas Hapkemeyer